Mark Cooper
Ando Gilardi
Elisabetta Longari
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Mark Cooper

Photographer - Artist


 

Nasce a Carlisle nel 1965 e cresce a Keswick nel Lake District in Inghilterra.

Dopo aver vissuto a Londra per diversi anni e viaggiato a lungo soprattutto nel

Medio Oriente e in Africa settentrionale realizzando reportage fotografici, si stabilisce

in Piemonte, nella provincia di Alessandria, dove vive ormai dal 1993.

 

Negli ultimi 15 anni dedica la sua ricerca fotografica al progetto “Earthscapes – L'arte del Paesaggio”, producendo immagini frutto di una selezione che avviene necessariamente dall’alto, da una postazione privilegiata che permette una visione integrale dello stesso paesaggio e per cui gli elementi che lo compongono diventano agli occhi “brani astratti di pittura segnica e porzioni di superfici regolate da pattern in cui regna un silenzio metafisico. (1)

Molteplici sono i punti di vista da cui è possibile rivelare gli aspetti inediti ed emozionanti della realtà: a 1000 mt di altezza, oppure inginocchiato a scrutare lo stesso paesaggio da 5 cm di distanza. L’impatto con il mondo circostante è necessariamente visivo ed è li che bisogna indagare per trovare la parte più esaltante e suggestiva di cui nutrirsi e sognare.

Ma a volte bisogna andare oltre e ricercare aldilà del puro dato oggettivo creando strutture fantastiche per rispondere ad una necessità interiore: donare agli occhi nuovi stimoli per procedere nell’indagine del mondo. Si parte da un frammento di realtà (macro-fotografia) di elementi della natura come ferro e legno, usurati dal tempo e abbandonati dall’uomo, ma anche dal ghiaccio, pietra, acqua che assumono nuova identità nel caos ordinato della composizione.

La ripetizione nel quadro dell’elemento seguendo curve iperboliche, ellittiche, romboidali produce simmetrie affascinanti e suggestive, che conducono all’infinito.

E’ nel totale da una certa distanza che si fruisce dell’impatto visivo più attraente, ordinato attraverso leggi matematiche insite nella stessa natura, ma è da molto vicino che in quella struttura si scopre, nitido e chiaro, l’elemento base che lo ha generato e che torna ad essere sorprendente, interessante e di nuovo utile, perlomeno per i nostri occhi. È’ come portare a compimento un ciclo : dalla natura, trasformata e deteriorata dall’azione degli elementi, a formazioni strutturali, che riportano al micro- infinitesimale, che le ridanno nuova vita.
Il percorso parte da l l’osservazione, dal lo stupore e dall’esaltazione per il potenziale scoperto ed il conseguente bisogno di creare perché non c’è alternativa: si obbedisce a leggi interiori del tutto naturali, istintive. Creare è vivere. La vita coincide con l’arte, che parte dalla natura. E’ un legame indissolubile che per Cooper diventa arte-vita e quindi imprescindibile: natura.


 


 

(1)Elisabetta Longari -Insegna Storia dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.


 

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